Il convegno ODCEC , organizzato dalla Scuola Alta Formazione “Luigi Martino”, tenutosi lo scorso 20 dicembre nella splendida cornice della Fondazione Ambrosianeum a Milano, è stata l’occasione per approfondire temi di particolare attualità per le imprese (e per i consulenti che le affiancano) che intendono sviluppare relazioni economiche con il mercato cinese.
I dati presentati dai vari Relatori hanno ben evidenziato il costante interesse delle imprese italiane in tema di internazionalizzazione da e verso la Cina. Con uno sguardo al prossimo futuro è emersa con forza la necessità di cogliere i cambiamenti nella politica economica ed industriale del governo cinese, da cui le attività consulenziali di Commercialisti ed Avvocati non potranno prescindere.
Illuminante è stato l’intervento della Dottoressa HaoXuan Yin, che ha dedicato il suo intervento ai nuovi trend di politica economica emersi nella Conferenza sugli Affari Economici Cinese tenutasi dal 18 al 20 dicembre, a valle del diciannovesimo Congresso Nazionale del Partito Comunista Cinese (quello, per intenderci, nel quale è stato ratificato il secondo mandato al Presidente Xi Jinping).
In quella sede, il PIL cinese per il 2018 è stato rivisto in riduzione al 6,7% in coerenza ad un avvio di riforme strutturali: aumento del costo del lavoro a sostegno della spesa per i consumi interni e, conseguentemente un aumento dei consumi stessi e delle esportazioni a sostegno di un previsto calo degli investimenti.
Nel 2017 alcuni settori hanno avuto una crescita importante: industria manifatturiera (+13,5%), alta tecnologia, robotica, veicoli che sfruttano fonti di energia alternative (+11,4%), vendita di prodotti sportivi (+17,4%) e di articoli per l’ufficio (+9,9%). Da segnalare anche le performances del settore delle vendite on line e delle spedizioni, così come le performances della “economia della condivisione” (bike sharing, shopping di gruppo) e della sanità.
E per il 2018? La Dottoressa HaoXuan Yin riporta lo specifico focus sulla riforma del sistema abitativo cinese, per gestire positivamente i flussi migratori delle persone provenienti dalle campagne, garantendo l’integrazione dei “nuovi cittadini”. Ampi spazi di investimento potranno quindi aprirsi per aziende che operano nei servizi pubblici, nel lavoro, nella sanità, nell’istruzione, nell’edilizia abitativa.
Un altro ambito particolarmente interessante per il 2018 sarà costituito dal settore ambientale: trattamento e riciclo di rifiuti, efficientamento di impianti di produzione, sostenibilità ambientale.
Se il mercato cambia, possono i professionisti mantenere i propri livelli di servizio? Come dovrà modificarsi il ruolo dei professionisti che affiancano le imprese nei rapporti con il mercato cinese?
Ad oggi, la relazione della dottoressa HaoXuan Yin pone come degne di particolare attenzione le seguenti ipotesi di “nuovi livelli di servizio” nei rapporti con il mercato cinese:
- Internazionalizzazione diretta (incoming): apertura ad investitori cui cedere partecipazioni aziendali in cambio di liquidità e prospettive di sviluppo, per mezzo di joint venture nel settore robot industriali, sanità e ambiente (ma attenzione alla specifica legislazione cinese, in evoluzione);
- Internazionalizzazione diretta (outgoing): acquisire o realizzare siti produttivi in Cina nel settore delle nuove fonti energetiche e dei prodotti/servizi da impiegare per la protezione dell’ambiente;
- Internazionalizzazione indiretta (incoming): ottimizzare i costi per migliorare le supply chain nella creazione di valore anche con riguardo agli approvvigionamenti dalla Cina;
- Internazionalizzazione indiretta (outgoing): ampliare la rete di vendita, tentando l’ingresso nel mercato cinese per mezzo di negozi online appoggiati alle più note piattaforme cinesi (es.: Alibaba) con utilizzo delle modalità di pagamento mobile.
Le indicazioni emerse potranno essere utilizzabili per attività consulenziali a supporto delle scelte strategiche dell’imprenditore, mentre difficilmente potranno da sole “dare valore” ai nostri servizi.
I nuovi “servizi di frontiera” dovranno colmare le distanze tra la cultura dell’imprenditoria italiana e cinese, per evitare insuccessi di piani industriali giudicati sulla carta di “sicuro interesse”: aiutare le parti a dialogare tra loro (anche con specifiche competenze linguistiche), semplificare la “incomprensibile complessità” del mercato italiano che la controparte cinese non riesce a comprendere, ridurre i rischi operativi e strategici (con particolare riguardo agli aspetti legali, alla gestione del personale, alla creazione di inusuali strumenti di reporting e di contabilizzazione delle attività).
In fine, desideriamo rivolgere un ringraziamento particolare alla Commissione Internazionalizzazione dell’ODCEC per l’invito, oltre che a tutti i colleghi, commercialisti ed avvocati presenti, per aver condiviso esperienze pratiche e punti di vista su un tema così caldo ed attuale, di particolare interesse per tutti gli attori che stano perseguendo la strada di internazionalizzazione focus China.